[1] http://www.washingtonpost.com/lifestyle/style/egypts-gays-hope-for-change-in-culture-after-revolt/2011/08/15/gIQAOiskQJ_story.html
[2] http://www.facebook.com/pages/A-Gay-Pride-March-for-Egypt-in-2020/189819907732875
L'articolo [1] riassume le peripezie della comunità LGBT egiziana, dicendo che l'aver molte lesbiche e gay partecipato alla rivoluzione ha attenuato il malanimo contro di loro, e descrivendo una situazione che sta tornando come quella degli anni '90, in cui la gioventù LGBT cairota aveva abbassato la guardia e si era resa più visibile.
Allora, si dice, la famiglia Sadat punse sul vivo Mubarak accusandolo di avere un collaboratore gay, ed il Faraone reagì facendo ripiombare l'Egitto nell'oscurantismo; ora si spera che i Fratelli Mussulmani ed i Copti non guastino la festa.
L'articolo termina raccontando un evento che potrebbe essere significativo: in un vicolo del centro del Cairo, pieno di caffé con i tavoli all'esterno, un barista si era infastidito perché i suoi clienti gay, che prima tenevano un profilo basso, ora si erano resi più visibili, anzi, "ostentati", e se ne era lamentato con i militari.
Una sera questo barista cala l'asso: mentre i militari stanno in agguato, pretende dai clienti gay (e solo da loro) un coperto di 12,00 dollari USA = 71,66 lire egiziane = 8,34 Euro, per avere il pretesto per far intervenire i soldati.
Ma nemmeno al Cairo ci sono gay senza frociarole, ovvero amiche femmine (il più delle volte etero) che li adorano, le quali si dispongono in cerchio intorno ai loro amici gay dicendo ai soldati: "Se volete portarli via dovete passare su di noi!"
I soldati capiscono che non è aria, e battono in ritirata - pare che il barista si sia rassegnato ad avere delle "matte" tra i clienti, e non ha più preteso il coperto!
La pagina [2] su Facebook si propone di organizzare per il 2020 un Gay Pride al Cairo. Chissà che in nove anni questo non diventi possibile!
Raffaele Ladu
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