Qui si riferisce di una lunga inchiesta della polizia australiana su dei casi di pedofilia compiuti da ebrei ortodossi adulti a danno di ragazzi a loro affidati.
Sono cose che chiunque può commettere, ma ci sono due caratteristiche particolarmente sgradevoli in quest'inchiesta: la prima è che i superiori degli abusanti, quando se ne sono resi conto, non hanno denunciato i malfattori, ma li hanno mandati all'estero - ed ora l'Australia sta chiedendo l'estradizione di costoro.
La motivazione di questo tipo di complicità sta nella norma che vieta ad un ebreo di far giudicare un altro ebreo da un tribunale non ebraico; la maggior parte degli ebrei si rende conto che tale norma aveva senso solo in un contesto di antisemitismo istituzionalizzato, che avrebbe impedito un giudizio imparziale - ma i superiori di queste persone no.
La seconda cosa è che alcune delle organizzazioni che in Australia si sono comportate in questo modo - mandando i colpevoli ad insidiare altri bambini anziché facendoli arrestare - sono le stesse che negli USA firmano documenti omofobi a sostegno delle terapie riparative.
Ultimamente, l'articolo conclude, anche gli ultraortodossi si sono resi conto che non si può più tacere, ma l'articolo riferisce anche un'organizzazione come Agudath Israel of America cerca di filtrare le denunce, chiedendo di consultare un rabbino (se non si è vittime o testimoni, e quindi certissimi di ciò che si dice) prima di procedere; la Chaba"d invece ha decretato che chi riferisce i suoi sospetti alla polizia non viola la legge religiosa ebraica.
Raffaele Ladu
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