Un matrimonio gay officiato da un rabbino conservatore in America (gli sposi sono sotto il baldacchino, o "chuppah") |
L'ebraismo si divide in varie correnti, e quella che cerca di mediare tra tradizione e modernità si chiama "conservatrice" ("Masorti = tradizionale" in ebraico); se i riformati hanno da tempo ordinato rabbine donne e rabbin* LGBT, i conservatori stanno muovendo ora i primi passi in questa direzione.
[1] riferisce che il Senato accademico del Seminario Rabbinico Schechter di Gerusalemme, affiliato al glorioso Jewish Theological Seminary di New York City, ha deciso ieri di ammettere ai corsi, a partire dal prossimo anno accademico, alliev* lesbiche e gay. Il voto è stato di 18 favorevoli ed un astenuto.
Leggendo l'articolo [1] potete conoscere la travagliata evoluzione che hanno attraversato gli ebrei conservatori in proposito; vi riassumo solo che nel 2006 si era arrivati a due responsa giuridici incompatibili: uno pro l'ammissione di lesbiche e gay al rabbinato, ed uno contro.
I due seminari rabbinici conservatori americani (JTSA e Ziegler) avevano fatto propria la posizione favorevole, quello israeliano (lo Schechter - quello che ora ha cambiato idea) e quello argentino (Seminario Rabìnico Latinoamericano Marshall T. Meyer) quella contraria.
Ma oggi la situazione è cambiata; il Seminario Schechter ha voluto comunque precisare che non ha mai voluto indagare sull'orientamento sessuale dei propri studenti - e ritiene perciò (io sono meno ottimista) che nessuno abbia subìto torto a causa del proprio orientamento sessuale.
Raffaele Ladu
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