Yoram Kaniuk (1930-2013) |
Yoram Kaniuk è morto con un cuore molto turbato dallo stato di cui aveva aspirato la fondazione e per la quale aveva pure combattuto, venendo ferito nel 1948. Kaniuk era uno scrittore acclamato, prolifico e coinvolto [qui trovate un elenco dei suoi libri tradotti in italiano], che alla fine della sua vita divenne più popolare ed ammirato che mai.
Negli ultimi anni ha spesso espresso forti opinioni su varie tendenze nel paese e nella società israeliana. Era contro il razzismo ed un regime religioso, protestò contro il trattamento riservato ai vecchi ed agli scrittori, e si opponeva all’occupazione. In uno dei suoi ultimi articoli per Haaretz, egli scrisse, a proposito dell’istigazione alla violenza contro gli immigrati africani e la pubblicazione del libro Torat ha-Melekh: “La Kristallnacht israeliana ed il permesso di distribuire una versione ebraica del Mein Kampf rinforzano il sentimento che Israele è cambiato. Tutti quelli che vogliono uno stato halakhico [basato sulla legge religiosa ebraica] dalla faccia feroce ed orientato a destra si sentiranno rincuorati.”
Circa due anni prima della morte, Kaniuk chiese ad una corte distrettuale di essere “rilasciato dalla religione ebraica” ed essere registrato dal Ministero degli Interni [purtroppo in Israele il Ministero degli Interni registra anche la religione dei cittadini – cosa che nell’Unione Europea è severamente vietata, anche per tutelare gli ebrei d’Europa] come senza religione, esattamente come è capitato a suo nipote perché la mamma di lui non è considerata ebrea. Nella sua petizione, Kaniuk spiegava che lui non voleva far parte di un “Iran ebraico”. La sua lotta ebbe successo e fu registrato come senza religione.
Kaniuk vide questo come il permesso dato ad ogni persona di determinare la propria identità come la sua coscienza riteneva opportuno. Sfortunatamente, non ebbe altrettanto successo in altre battaglie simili, e fu amareggiato dallo stato per cui si era impegnato tanto per tutta la sua vita e che lo aveva così profondamente deluso. Kaniuk non era solo: parlava per una parte significativa della prima generazione di israeliani.
Kaniuk era un patriota israeliano con tutto il cuore e l’anima, e fu uno dei primi generatori dell’arte e della cultura israeliana sin dalla fondazione [nel 1948]. Le sue opere letterarie trattavano con le pietre miliari della storia ebraica, dall’Olocausto alla rinascita, e non aveva solo paura per il futuro dello stato, ma anche per il futuro della sua lingua. Con la sua morte sabato all’età di 83 anni, dopo un lungo periodo di sofferenze fisiche [aveva un cancro], egli lascia un retaggio che non si deve ignorare.
Kaniuk era un esempio di intellettuale che perseguiva la giustizia sociale. Lui ed i suoi amici prima combatterono per creare uno stato per gli ebrei, e poi per fondare questo stato come giusto, laico, democratico ed egualitario. Loro sono riusciti nella prima missione, ma poi hanno fallito. L’Israele del 2013 non è il paese dei loro sogni, e quello per cui hanno combattuto. Kaniuk non è stato il primo ad esserne deluso, e sfortunatamente non sarà l’ultimo. Avremmo dovuto dargli più attenzione quand’era vivo, e le sue battaglie non siano scordate dopo la sua morte.
Traduzione e note tra parentesi quadra di Raffaele Ladu
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