Credo che l’articolo spieghi bene la realtà israeliana senza mitizzarla né demonizzarla – estremi che cerco sempre di evitare.
Una buona notizia c’è anche per noi italiani: rispetto alla precedente ricerca del 2007, l’accettazione delle persone LGBT è cresciuta in Italia del 9%, arrivando al 74%.
Considerato che paesi come il Canada e l’Argentina hanno istituito il matrimonio egualitario pur avendo percentuali di accettazione inferiori od uguali alla nostra, direi che abbiamo i numeri per vincere.
Buona lettura e ciao, RL
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Una nuova indagine mette in discussione l’immagine gay-friendly di Israele
Un’indagine di un istituto di ricerca americano rivela che Israele sarà forse la capitale gay del Medio Oriente, ma quando si tratta di accettare i suoi fratelli gay, si fa lasciare indietro dai paesi occidentali: solo il 40% degli israeliani pensa che la comunità LGBT debba essere accettata, contro l’88% della Spagna. C’è un enorme divario tra i laici (sostegno al 61%) ed i religiosi (sostegno al 26%).
Ynet Pubblicato: 06.12.13, 09:41 (8:41 ora italiana) / Israel News
Ne abbiamo da imparare: per anni Tel Aviv è stata considerata una delle città più liberali del mondo e la capitale gay del Medio Oriente. Sia tra il pubblico israeliano che sui media, sembrano essere cresciuti il progresso ed una crescente apertura verso la comunità LGBT, ma i dati rivelati dal Pew Research Center americano mostrano un’altra faccia d’Israele.
Secondo una completa indagine condotta dall’istituto in 39 paesi, solo il 40% degli israeliani pensa che l’omosessualità sia qualcosa che la società deve accettare, mentre il 47% pensa il contrario. Questa cifra [penso che alluda a quella di chi accetta, non a quella di chi rifiuta] è inferiore a quella di ogni altro paese occidentale e sviluppato in cui si è condotta l’indagine, con l’eccezione del Sud Africa. Eppure, Israele è il paese del Medio Oriente che più accetta i gay.
L’indagine che ha intervistato 37.653 persone in tutto il mondo, è stata condotta tra il 2 Marzo ed il 1 Maggio 2013, ed ha provato ancora una volta che la tolleranza verso l’omosessualità cresce quando il ruolo della religione nella vita della popolazione diminuisce.
Lo studio mostra inoltre che globalmente, la tolleranza verso gli omosessuali è maggiore tra i giovani, ed in un notevole numero di paesi, le donne sono più tolleranti degli uomini verso i gay.
Secondo lo studio, il paese che più accetta i gay è la Spagna, dove l’88% degli intervistati ha risposto che la società dovrebbe accettare la comunità LGBT. Nell’Unione Europea, la Spagna era seguita dalla Germania (87%), la Repubblica Ceca (80%), la Francia (77%) ed il Regno Unito (76%). Anche in Italia, dove si percepisce che la religione gioca un grande ruolo nella vita, il 74% degli intervistati ha risposto favorevolmente.
La conservatrice Grecia aveva un tasso di accettazione del 53%.
Tra i paesi più tolleranti c’erano: il Canada (70% di sostegno) e gli USA (60%) in Nordamerica; in America latina, l’Argentina (74%), il Cile (68%), il Messico (61%) ed il Brasile (60%). I paesi dell’Asia e del Pacifico davano un immagine perlopiù sconsolante, ma tra loro spiccavano l’Australia (79%) e le Filippine (73%).
I paesi islamici avevano la minore accettazione dei gay, dacché quasi tutti avevano la maggioranza della popolazione contro l’accettazione degli omosessuali: 97% in Giordania, 95% in Egitto, 94% in Tunisia ed il 93% nell’Autorità Palestinese ed in Indonesia. Pure in Turchia, un paese sviluppato ritenuto largamente occidentalizzato negli ideali, il 78% della popolazione si oppone all’omosessualità.
Secondo lo studio, in Israele la tolleranza verso i gay degli ebrei laici è più che doppia di quella di coloro che si sono descritti come tradizionali, religiosi od haredi [ultraortodossi] (61% contro il 26%). Solo il 2% dei mussulmani in Israele [sono circa il 15% della popolazione: secondo il Ministero dell’Interno, che non si vergogna di registrare l’appartenenza religiosa di ogni cittadino israeliano, l’80% degli israeliani è ebreo, il 15% mussulmano, il 5% cristiano o di altra religione].
Secondo l’Istituto Pew, nella maggior parte dei paesi su cui si è indagato non c’erano differenze significative tra le risposte degli uomini e delle donne, ma Israele era diverso. Secondo i dati [raccolti], Israele è il paese in cui il divario tra le opinioni degli uomini e delle donne sull’argomento è maggiore – il 17% (il 48% delle donne pensa che loro dovrebbero essere accettati, a confronto con solo il 31% degli uomini).
[Mi permetto di intromettermi: questo risultato dovrebbe essere confrontato con quelli riscontrati dall’Università Bar Ilan in degli esperimenti di psicologia sociale condotti su dei bambini e riferiti in un articolo magnifico, ma troppo lungo per essere tradotto qui; secondo il professor Gil Diesendruck, le femmine appaiono molto meno propense a discriminare dei maschietti, e lo dimostrano anche in tenera età].
Un’altra nota interessante è che la tolleranza verso l’omosessualità in Israele è diversa a seconda dell’età: [tollerano] il 40% di quelli tra i 18 e 29 anni; il 44% di quelli tra i 30 ed i 49 anni, ed il 35% di quelli di 50 anni e più. Comunque, i giovani israeliani sono ben lontani da quelli dei paesi europei: in Spagna, accetta gli omosessuali il 91% di coloro che sono tra 19 e 30 anni, ed in Germania, il 90%. Gli altri paesi europei non sono tanto indietro.
Si può essere incoraggiati dal piccolo miglioramento sperimentato dal pubblico israeliano negli ultimi anni. Secondo l’Istituto Pew, dal 2007 c’è stata una crescita del 2% tra coloro che credono che gay e lesbiche dovrebbero essere accettati. Sei anni fa, i sostenitori erano solo il 38%.
Eppure, è un incremento limitatissimo: quasi tutti i paesi occidentali in cui si è indagato hanno sperimentato un miglioramento più significativo di questo dall’ultima indagine.
Il primato è della Corea del Sud, che ha sperimentato una notevole crescita del 21%, seguita da USA (+11%), Canada (+10%) ed Italia (+9%). Interessante notare che questa volta nell’Autorità Palestinese c’è stata una diminuzione del 5% della tolleranza verso gay e lesbiche.
[Temo che la spiegazione l’abbia data quest’articolo l'anno scorso, in quanto spiegava che dall'anno 2000 è pessima abitudine dei servizi segreti israeliani reclutare le minoranze sessuali palestinesi al loro servizio, minacciando l’outing, che nell’Autorità Palestinese può costare la vita – questo potrebbe voler dire che ai tabù religiosi e sociali contro gli omosessuali si aggiunge il sospetto non manifestamente infondato che essi siano sul libro paga degli israeliani].
(fine)
Traduzione e note tra parentesi quadra di Raffaele Ladu
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