domenica 11 dicembre 2011

Problemi nel mondo ebraico americano

[1] http://forward.com/articles/147684/



[1] dice che 100 rabbini ortodossi americani hanno reagito ad un matrimonio arcobaleno celebrato dal loro collega Steven Greenberg (il primo rabbino ortodosso ad aver fatto coming out; in biblioteca abbiamo il suo libro Wrestling with God and Men : Homosexuality in the Jewish Tradition) con una dichiarazione secondo cui un'unione omosessuale non è consentita dalla Torah, e chi celebra un'unione non consentita si squalifica come rabbino.

Nel luglio 2010 era stata firmata da altri rabbini ortodossi una dichiarazione di altro tenore [2] in cui, pur ribadendo la proibizione attribuita alla Bibbia dei rapporti omosessuali, si chiedeva di trattare gli ebrei gay con dignità e rispetto, e di considerarli attivi membri della comunità.

Le due dichiarazioni non sono incompatibili - i firmatari possono concordare sul fatto che l'omosessualità non deve essere un pretesto per stigmatizzare le persone, ma non per questo esse meritano eguali diritti.

Mi chiedo se non ci sia una relazione tra i primi due articoli ed il terzo - gli ebrei di tutto il mondo sono da secoli giustamente orgogliosi delle loro organizzazioni "no-profit", che però non sono ancora perfette; ogni anno il Jewish Daily Forward pubblica un'inchiesta su queste organizzazioni, in modo che i donatori sappiano che uso viene fatto del loro denaro, e quest'anno [3] ha notato che il "gender gap" tra dirigenti maschi e femmine di queste organizzazioni è cresciuto, ed è superiore a quello delle organizzazioni "no-profit" che non sono dichiaratamente ebraiche.

Un portato della crisi economica, forse, ma anche di un arretramento sul campo dei valori.

Raffaele Ladu

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