mercoledì 21 dicembre 2011

Uno Schindler iraniano

Giusti delle Nazioni se ne trovano delle nazionalità più impensate, come il giapponese Chiune Shugihara, o gli arabi elencati nel libro Tra i giusti / Robert Satloff che abbiamo in biblioteca, od i mussulmani albanesi a cui lo Yad Vashem ha dedicato una mostra ed una pagina web.

Il libro di cui vedete la copertina a sinistra verrà pubblicato il 1 Aprile 2012 e narra la vita di un altro Giusto delle Nazioni, il diplomatico iraniano Abdol-Hossein Sardari, che salvò alcune migliaia di ebrei iraniani a Parigi fornendo loro passaporti iraniani, e prodigando in questo anche il suo patrimonio personale dopo che fu privato dell'immunità diplomatica per aver disobbedito nel 1941 all'ordine di tornare a Tehran.

La cosa più curiosa della sua vita è che riuscì ad usare le teorie razziali naziste contro i loro autori: egli sosteneva che, poiché le persone che salvava erano ebrei soltanto per "religione", ma non per "razza", non meritavano la deportazione (preludio alla Soluzione Finale), ma il rimpatrio - in questo, pare, riuscì a convincere pure Eichmann.

La BBC ha dedicato al libro questa recensione, in cui osserva che l'ambasciator Sardari fu una delle vittime della rivoluzione khomeinista - nato nel 1895, morì a Londra nel 1981, povero in canna perché il nuovo regime aveva confiscato i suoi beni e lo aveva privato della pensione.

Fariborz Mokhtari, l'autore del libro, vuole rimarcare che la storia di Sardari mostra che gli iraniani sono molto più tolleranti e generosi di come li dipinge la propaganda occidentale influenzata da Israele (excusatio non petita, direi: nessuna persona intelligente nega che gli iraniani sono un grande popolo); il Museo Americano dell'Olocausto, nel narrare la vita di Sardari in questa pagina già citata, osserva che nel 2007 fu trasmessa dalla TV iraniana una serie dedicata alla sua vita - forse per controbilanciare le affermazioni negazioniste del presidente iraniano Ahma-nazi-djad (non riuscirò mai a scrivere il suo cognome in modo diverso), e mostrare che il problema per i dirigenti iraniani è lo stato d'Israele, non l'ebraismo.

Raffaele Ladu

Nessun commento:

Posta un commento