Yaara Rozenblit. Più attivista che artista |
A giudicare dalla pubblicità, Israele è più morigerato dell'Italia; però il giornale Haaretz ha dedicato un divertente articolo a chi vuol cambiare questo stato di cose, che ora vi traduco.
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Pubblicato 05:51 20.01.12 (ora di Gerusalemme)
Ultimo aggiornamento 05:51 20.01.12 (ora di Gerusalemme)
Invidia della vagina
Un'artista israeliana cerca di cambiare il messaggio della nostra cultura secondo cui l'organo sessuale femminile è sporco e disgustoso.
Di Tsafi Saar
Tags: Israel culture Tel Aviv Tel Aviv University
E' giovane ed innocente, viaggia per il mondo e ne scopre i segreti. Il suo nome è Fior di Vagina, il personaggio di un fumetto creato da Yaara Rozenblit. A tarda notte, nei bar di Tel Aviv, Rozenblit distribuisce degli opuscoletti a fumetti con protagonista Fior di Vagina, oppure allestisce delle mostre per la strada. Di giorno fa l'insegnante di Pensiero ebraico in un liceo.
Rozenblit, 26, è cresciuta a Givatayim, dove ha studiato arte al Liceo Artistico Thelma Yellin. Ora vive a Tel Aviv. Ha studiato letteratura e filosofia ebraica all'Università di Tel Aviv in un corso di laurea breve per studenti dotati, ed ora sta studiando lì per una laurea in studi di genere.
L'ispirazione per l'eroina dei suoi fumetti nacque in India.
"L'anno scorso è stato un anno balordo", dice Rozenblit, "sia a causa della scuola in cui insegnavo, sia per lo stupido rapporto che avevo con un ragazzo". In estate si recò in India, ed a Dharamsala "incontrai un orefice, indiano. Cominciai a trascorrere del tempo con lui ed a fare tutti i tipi di gioielli. Dopo un po' pensai di aver bisogno di fare qualcosa che mi si addicesse di più, che esprimesse me e quello che sento. Decisi di fare un anello. Samantha in 'Sex and the City' ha il potere dell'anello. E' stato questo a guidarmi", mostrando un dito con un bell'anello d'argento con la forma del genitale femminile circondato da petali.
Dal fumetto di Rozenblit |
Durante un lungo viaggio in treno lei cominciò ad immaginare la storia dell'eroina, ed in un caffé a Rishikesh lei cominciò a scriverla e ad illustrarla. Nel primo opuscoletto a fumetti di Rozenblit, Fior di Vagina dice come è che è nata da una madre single chiamata Potere della Vagina, che, en passant, è una studiosa di Vagina Woolf. Fior di Vagina vuole amare ed essere amata, e la sua mamma la mette in guardia dai peni che la vedono solo come organo sessuale.
Sempre dal fumetto di Rozenblit |
"Le reazioni occupano un ampio spettro, da 'fico!' alle persone che esprimono disgusto. Ed è un eccellente innesco per una conversazione sul femminismo", dice Rozenblit.
Il disgusto, si viene poi a sapere, è espresso dalle donne.
"Gli uomini dicono: 'Che cos'è? Perché ce la porti? Perché dobbiamo vederla?'. Ma alcuni giorni fa la diedi a due ragazze che erano sedute accanto a me in un bar, e loro dissero: 'Urgh! Disgustoso!'"
Un'altra volta, un signore in un bar che non sapeva che l'artista era seduta vicino a lui disse dei suoi fumetti: "Questa è la cosa più fuori che abbia visto in vita mia". "Questo", dice Rozenblit con un sorriso, "è il più grande complimento. Nulla val più di questo".
E come spiega lei che cosa la motiva?
"Spiego che i peni sono considerati un motivo d'orgoglio. I ragazzi si misurano il pene quando sono piccoli, e gli uomini fatti davvero ne menano vanto. Le donne non hanno questo tipo di orgoglio. La nostra cultura manda il messaggio che l'organo sessuale femminile è sporco e disgustoso. Bisogna cambiare questa percezione".
Sovvertire ciò che è accettato
L'opera di Rozenblit si unisce ad una tradizione artistica che ha raggiunto l'apice negli Stati Uniti negli anni '70. L'arte femminista dell'epoca comprendeva una tendenza nota come "cunt art = l'arte della figa" [Johann Sebastian Bach, che ebbe 20 figli da 2 mogli, apprezzerà la traduzione - NdRL]. Artiste come Suzanne Santoro, Karen Cook, Tee Corinne e Judy Chicago volevano cambiare i preconcetti sui genitali delle donne e sostituire l'autodisprezzo con la familiarità, l'affetto ed il piacere.
Secondo la Prof.ssa Tal Dekel PhD, esperta in arte e genere, "Da allora questa tendenza ha avuto i suoi alti e bassi collegati alla reazione che è iniziata dopo la rivoluzione degli anni '70. L'arte della figa riemerge di tanto in tanto come argomento di rilievo tra le artiste femministe, e la sua visibilità è sempre legata a cambiamenti nel discorso politico contemporaneo".
Nel suo nuovo libro, "Gendered: Art and Feminist Theory = Dotata di genere: arte e teoria femminista", Dekel cita Simone de Beauvoir ne "Il secondo sesso": "L'organo sessuale femminile è misterioso per la stessa donna, nascosto, tormentato, mucoso ed umido; sanguina ogni mese, talvolta è sozzo di fluidi corporei, ha una vita segreta e pericolosa. E' soprattutto perché la donna non si riconosce in esso che essa non riconosce i suoi propri desideri" (traduzione dal francese di Constance Borde e Sheila Malovany-Chevallier - ritradotta in italiano da RL).
Nei gruppi di autocoscienza che fiorivano negli Stati Uniti negli anni '70, le donne prendevano familiarità con il loro organo sessuale, per esempio, con l'aiuto di specchi. Impararono ad apprezzarlo.
Come nota Roni Gross nel suo blog in ebraico "Rapporti sessuali", Rozenblit è una delle poche artiste di strada e di fumetto. "L'arte di Rozenblit è un'efficace performance femminista, che internalizza i principi del femminismo della precedente generazione", dice Dekel.
"La sua opera insiste nell'eliminare la separazione tra il privato ed il pubblico sia attraverso l''intervento' sulla strada, sia mettendo in discussione ciò che è 'accettato' come arte adatta ad essere esposta in uno spazio pubblico, sia come sovversione di una posizione più generale che cerca di custodire certe questioni che hanno bisogno di 'privacy': le conversazioni delle donne, od almeno la conversazione tra una donna ed il suo partner, maschio o femmina, nel contesto dei loro rapporti intimi. Questo è il buon vecchio principio per cui 'il personale è politico'. Ed è importante ed affascinante".
Arte per ogni lavoratrice
Rozenblit chiarisce che si ritiene più un'attivista che un'artista. "Non penso che le mie immagini siano splendide, dal punto di vista del talento. E' l'idea la cosa importante".
Lei vuole che i disegni che mostra per la strada "passino per più mani possibile". Essi "dovrebbero fare qualcosa al mondo in prospettiva sociale".
Il suo target, lei dice sono "i miei contemporanei che non hanno interesse né per il femminismo né per l'arte. I giovanotti che frequentano i bar, bevono birra, frequentano l'università e nel frattempo vanno ad una dimostrazione o due, perché questo è quello che sta accadendo ora. Questo non è affatto un pubblico interessato all'arte. Non conosco il pubblico artistico e l'élite artistica".
La motivazione femminista, ella dice, viene dal desiderio di far sentire la sua voce. Essa viene, ella dice, dal riconoscere che "il fatto che io faccia le cose in un modo forse diverso non vuol dire che non sono a piombo. Significa che faccio le cose a modo mio, che io ritengo un modo femminile".
Questo modo comprende delle mostre per la strada, che lei chiama "arte per ogni lavoratrice". Lei incornicia le sue immagini da sé, con le cose che trova per la strada. Nella notte che segue la chiusura di una mostra, lei lascia le sue opere per la strada, e chiunque voglia può prendersele. Questo non è facile, lei dice, specialmente perché lei non sa chi le prenderà.
Gli insegnanti con cui lavora conoscono il suo lavoro e la sostengono, lei dice. Temono solo che il suo libro a fumetti sulla vagina in fiore le cada dalla borsa mentre lei passa per il corridoio della scuola.
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Raffaele Ladu
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