giovedì 12 gennaio 2012

La nuova legge israeliana sulle "infiltrazioni"


[1] http://www.haaretz.com/print-edition/news/knesset-passes-bill-that-could-put-asylum-seekers-in-jail-without-trial-1.406351

[2] http://www.ameinu.net/newsalert.php?newsalertid=69

Nel 1954 lo Stato d'Israele promulgò la "Legge per la prevenzione delle infiltrazioni", che doveva stroncare il fenomeno per cui il governo egiziano guidato da Gamal Abdel Nasser inviava dei "feddayin = coloro che si sacrificano" a compiere attentati in Israele - e per giunta passando attraverso la Giordania, con il risultato che il governo israeliano, al momento di compiere le rappresaglie contro queste aggressioni, attaccava proprio la Giordania e non l'Egitto. Complimenti alla solidarietà panaraba!

L'articolo [1] dice che la Knesset, il parlamento israeliano, ha inasprito questa legge facendone una legge contro coloro che entrano clandestinamente in Israele, anche allo scopo di chiedere asilo, e senza compromettere la sicurezza del paese.

La legge non solo stabilisce che il migrante irregolare possa essere detenuto tre anni senza processo (in Italia il tempo massimo di permanenza nei CIE è di 18 mesi, per direttiva UE), ma che il migrante proveniente da paesi in guerra con Israele (tecnicamente, il Sudan lo è ancora), possa restarvi vita natural durante.

Considerato che molti migranti irregolari in Israele sono sudanesi sfuggiti alle violenze dei janjawid nel Darfour, al danno si aggiunge la beffa - una beffa molto simile a quella patita dagli ebrei tedeschi sfuggiti al Fuehrer e riparati in Gran Bretagna, che furono internati in quanto cittadini di paese nemico.

Non solo: la legge prevede che tutti i migranti irregolari vengano arrestati per un minimo di tre anni (il massimo è  tutta la vita) qualora commettano un reato anche minuscolo come rubare una bicicletta o scrivere su un muro - per il quale nessun israeliano o persona regolarmente presente verrebbe arrestato.

Il Ministero della Giustizia voleva che inoltre gli israeliani che assistono migranti irregolari o lavoratori clandestini venissero condannati ad una pena tra i 5 ed i 15 anni - la Knesset ha limitato la portata del provvedimento ai casi in cui i migranti vengano trovati in possesso di un'arma (anche un coltello?), trafficano in donne, oppure l'aiuto non è strettamente umanitario.

Tra parentesi, mentre finora si presumeva fino a prova contraria che l'israeliano fosse ignaro che la persona che generosamente aiutava era un irregolare, ora l'onere della prova è invertito: l'israeliano deve dimostrare di essere stato ignaro di ciò.

Per quanto riguarda l'onere della prova, due cose vanno dette: la prima è che non si può pretendere che ogni persona chieda i documenti ai suoi nuovi amici - e ci sono situazioni (come i rapporti gay occasionali nei luoghi di battuage) in cui una cosa del genere è assolutamente improponibile.

Inoltre, molte persone "irregolari" sono semplicemente persone che sono arrivate con un visto regolare, ma non se ne sono andate quando è scaduto: lo straniero che lunedì era regolare sabato può essere diventato irregolare, e continuare a tenerlo in casa può costare la prigione - a meno che, ovviamente, questi non sia ebreo, nel qual caso può avvalersi della Legge del Ritorno :-)

L'Arcigay di Verona aiuta i migranti che, grazie alla legge italiana, possono chiedere asilo perché perseguitati a causa del loro orientamento sessuale ed identità di genere; una legge del genere in Israele non c'è, perché un ebreo può stabilirsi in Israele ad nutum, e dei non ebrei non importa nulla all'attuale governo israeliano; la lesbica od il gay od il/la trans perseguitati che non sono ebrei possono chiedere asilo in Italia, ma non in Israele.

Lo scopo della legge non è tanto la sicurezza, ma proteggere la composizione etnica d'Israele; questo scopo ed il modo con cui lo si vuol perseguire ha suscitato feroci polemiche, inasprite dal fatto che il paese è firmatario di molte convenzioni sui diritti umani che la legge viola, e [2] è il comunicato stampa di una delle associazioni che le si oppone.

Raffaele Ladu

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